I panicelli di Sant'Antonio sono dei deliziosi panini di semola che si preparano in occasione del 13 giugno, festa che commemora Sant'Antonio di Padova.
Nel mio paese in Calabria è da sempre stato un giorno speciale.
La tradizione dei panicelli si perde nella notte dei tempi.
A Magisano, paese in cui sono vissuta, esiste la tradizione di vestire i bambini con il saio di Sant’ Antonio.
I bambini girano di casa in casa la mattina presto per prendere il loro panicello.
Di dimensioni variabili, alcuni più grandi e altri più piccoli ma sempre fragranti.
Chi decideva di offrirli, in passato, era perché aveva ricevuto grazia dal Santo o per proteggere la propria famiglia.
In paese si conoscono da sempre le famiglie più devote dove andare a bussare.
Antonio è un nome molto diffuso in paese, mio nonno portava questo nome, e anche mio fratello e i miei cugini.
Sant’ Antonio in Calabria si trova in quasi tutte le chiese.
A Magisano l’attuale statua del santo nella chiesa madre in realtà era precedentemente collocata nella chiesa detta “del monastero”.
Il monastero non era altro che il convento dei francescani di terz’ordine devoti a Sant’Antonio da Padova.
Il simbolo di questo Santo è il giglio bianco, simbolo di purezza e innocenza.
Ricordo il 13 giugno come se fosse ora, sin di primo mattino si sentiva il vociare dei bambini in cerca dei panicelli.
Attrezzati con zaini o buste per depositare il “ricco bottino".
Era appena terminata la scuola e già nell'aria c'era aria di festa.
Si attendeva l'estate e i giorni al mare, la festa del Patrono ad agosto dove finalmente si potevano incontrare parenti e amici emigrati in altre città e che venivano in vacanza in quel piccolo borgo che da deserto in estate diventava affollato.
Attendevamo un anno intero per rivivere tutto questo.
Nel pomeriggio correvo a casa dei nonni per fare gli auguri a nonno Antonio, il signore canterino che partecipava a tutte le messe, quello sempre con il cappello, la camicia, la cravatta e la giacca.
Quell'uomo che aiutava sempre tutti e che aveva girato il mondo per lavoro, quel grande uomo che manca ancora a tutti noi.
E nonostante siano passati tantissimi anni, la tradizione, quella di Sant'Antonio, ancora vive nel cuore dei piccoli borghi come Magisano*.
I panicelli venivano ordinati ai forni del paese per poi essere benedetti in chiesa.
Quest'anno mi sono messa ad impastare anche io, perché, anche se lontana, il mio cuore è ancora lì tra quelle vecchie mura di pietra dove ho vissuto gli anni più belli della mia infanzia.
Buon Sant'Antonio a tutti e un abbraccio al mio dolce paesino.
PANICELLI DI SANT'ANTONIO
Per circa 1 ventina di panini da 120 g
550 g di farina di semola rilasciata
250 g di farina 0
600-650 g di acqua a temperatura ambiente
220 g di pasta madre appena rinfrescata
60 ml di olio evo (io quello di produzione magisanese)
12 g di sale
Mettete la farina 0 e la semola sopra la spianatoia e mescolatela.
Unite la pasta madre appena rinfrescata a pezzi e aggiungete gradatamente l'acqua.
Impastate fino ad ottenere un impasto omogeneo, unite l'olio e impastate ancora.
Unite per ultimo il sale e fate lievitare per almeno 7-8 ore.
L'impasto dovrà raddoppiare.
Trascorso questo tempo, formate delle palline di 120 g ciascuna e pirlatele sul piano.
Mettetele distanziate su una teglia ricoperta di carta forno e lasciate lievitare a forno spento per altri 40-50 minuti.
Spennellateli con olio e poi praticate un croce al centro con un coltello.
Cuocete a 200° in forno caldo per circa 25-30 minuti.
* Grazie a Salvatore Tozzo per le sue preziose informazioni
Ecco un'immagine di nonna Nunzia di Magisano mentre distribuisce i pani dalla finestra:
Grazie a Raffaella Enna per la foto |
Ecco una foto di mio nonno Antonio mentre abbraccia teneramente mia nonna Assunta.
Mi mancate tanto!
Vi auguro una felice giornata,
Ale
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Leggere queste tradizioni legate alla devozione ai santi , che purtroppo si stanno perdendo, è stato molto bello e arricchente. Grazie per questa meravigliosa condivisione e ricetta!
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