Sono nata e cresciuta in Calabria fino all'età di 18 anni, poi il cambiamento totale, quasi "traumatico"...dal profondo sud al profondo nord!
Mio padre aveva iniziato a lavorare un anno prima a Bolzano e l'anno dopo, insieme a mia mamma, a mio fratello e a mia sorella, partimmo per la volta del nord e abbandonammo casa e parenti per raggiungerlo.
L'anno che seguì, non fu particolarmente felice se ci penso, ma con la stessa testardaggine di cui sono dotata, ho lottato perché le cose cambiassero...
Il primo anno di università a Trento, una città bella, dal fascino speciale fu l'inizio di una nuova vita per me.
Conobbi tante persone simpatiche, tante amiche e una nuova realtà.
Bolzano non era la città pronta ad accogliermi ma Trento mi abbracciò subito dandomi la possibilità di ritrovare me stessa.
Quell'abbraccio volli tenermelo stretto, tanto che decisi di trasferirmi lì l'anno seguente per frequentare l'università e per farmi una vita per conto mio...
Avevo 20 anni, ero molto ingenua e ignara di tante cose, la forza e la caparbietà, però, aiutarono ad affrontare tutte le sfide della vita che si sarebbero presentate.
Trento, quasi una parola magica e piena d'amore per me, mi ha dato tanto: mi ha fatto conoscere l'amore della mia vita, è la città dove mi sono laureata, è la città che mi ha dato l'opportunità di fare tanti lavori mentre studiavo e anche dopo, la città che mi ha fatto capire che sola avrei potuto farcela.
La città delle chances, delle amicizie, delle emozioni e dei ricordi più travolgenti.
Giordano, mio collega da diversi anni, un dolce uomo gentile e generoso, grande cuoco di cui vi avevo parlato qui, portò, anni fa, in ufficio la treccia mochena.
Nonostante vivessi da parecchi anni a Trento, allora non ne avevo mai sentito parlare prima...
Ma cos'è la treccia mochena? Pare sia una specialità della Valle dei Mocheni, che è una valle che dista a 27 km da Trento, nota soprattutto per una minoranza linguistica germanofona di origine medievale, appunto la lingua mochena.
Una treccia, quindi, realizzata con una pasta dolce lievitata e ripiena di crema pasticcera e composta di mirtilli: un dolce simbolo di questa zona, una sorta di strudel, dolce entrato a far parte della tradizione dolciaria trentina in seguito alla dominazione asburgica , il cui ripieno prevede i mirtilli, frutti raccolti in valle soprattutto nella zona di Sant'Orsola oltre a lamponi, fragole, more, ribes, ecc.
Un dolce davvero delizioso, genuino, senza troppi fronzoli ma di una bontà unica. Ideale per la colazione, per la merenda o quando volete!
La realizzazione non è per niente difficile, l'unica pecca sono forse i lunghi tempi di lievitazione...ma vi assicuro che ne vale la pena!
TRECCIA MOCHENA (specialità trentina)
Ricetta tratta e liberamente elaborata da qui
Per la sfoglia:
250 g di farina 00
30 g di zucchero
100 g di latte
8 g di lievito di birra fresco
30 g di burro di ottima qualità
1 uovo
Per la crema pasticcera:
3 tuorli
qualche goccia di aroma naturale di vaniglia oppure la polpa di una bacca
45 g di zucchero
20 g di maizena
160 g di latte intero
inoltre
200 g di confettura di Mirtilli neri di bosco Rigoni di Asiago
zucchero a velo q.b.
1 tuorlo + 2 cucchiai di zucchero
In una ciotola sciogliete il lievito con 50 g di latte. Unite 50 g di farina ed un cucchiaino di zucchero.
Mescolate bene fino ad ottenere un composto omogeneo e fate lievitare al coperto (per esempio nel forno spento) per circa 30 minuti.
Trascorso questo tempo, unite tutti gli ingredienti della sfoglia rimasti e lavorate fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.
Mettete l'impasto nuovamente a lievitare per altri 90 minuti.
Nel frattempo preparate la crema: scaldate il latte con la vaniglia e fatelo sobbollir.
Con le fruste montate tuorli e zucchero e unite la maizena.
Incorporate la crema di tuorli al latte e mescolate continuamente per non creare grumi, fate addensare parecchio e poi lacsiate raffreddare.
Trascorsi di 90 minuti di lievitazione, stendete l'impasto di uno spessore di mezzo centimetro con l'aiuto di un mattarello e formate un rettangolo regolare di ca. 30x45.
Praticamente delle incisioni leggere con il coltello fino a formare un altro rettangolo al centro e ai lati tagliate la pasta come una lisca di pesce.
Al centro versate la crema pasticcera ormai fredda e la confettura di mirtilli disponendo entrambe in maniera verticale come vedete nella foto.
Richiudete i lati intrecciando i lembi di pasta incisi.
Fate lievitare in forno per altri 60 minuti.
A questo punto, accendete il forno a 170° e fate cuocere per circa 25 minuti, poi aprite il forno spennellate la treccia con l'uovo sbattuto insieme allo zucchero e fate cuocere per altri 5 minuti.
Servite tiepida o fredda, è comunque meravigliosa e si mantiene morbida per qualche giorno.
Mio padre aveva iniziato a lavorare un anno prima a Bolzano e l'anno dopo, insieme a mia mamma, a mio fratello e a mia sorella, partimmo per la volta del nord e abbandonammo casa e parenti per raggiungerlo.
L'anno che seguì, non fu particolarmente felice se ci penso, ma con la stessa testardaggine di cui sono dotata, ho lottato perché le cose cambiassero...
Il primo anno di università a Trento, una città bella, dal fascino speciale fu l'inizio di una nuova vita per me.
Conobbi tante persone simpatiche, tante amiche e una nuova realtà.
Bolzano non era la città pronta ad accogliermi ma Trento mi abbracciò subito dandomi la possibilità di ritrovare me stessa.
Quell'abbraccio volli tenermelo stretto, tanto che decisi di trasferirmi lì l'anno seguente per frequentare l'università e per farmi una vita per conto mio...
Avevo 20 anni, ero molto ingenua e ignara di tante cose, la forza e la caparbietà, però, aiutarono ad affrontare tutte le sfide della vita che si sarebbero presentate.
Trento, quasi una parola magica e piena d'amore per me, mi ha dato tanto: mi ha fatto conoscere l'amore della mia vita, è la città dove mi sono laureata, è la città che mi ha dato l'opportunità di fare tanti lavori mentre studiavo e anche dopo, la città che mi ha fatto capire che sola avrei potuto farcela.
La città delle chances, delle amicizie, delle emozioni e dei ricordi più travolgenti.
Giordano, mio collega da diversi anni, un dolce uomo gentile e generoso, grande cuoco di cui vi avevo parlato qui, portò, anni fa, in ufficio la treccia mochena.
Nonostante vivessi da parecchi anni a Trento, allora non ne avevo mai sentito parlare prima...
Ma cos'è la treccia mochena? Pare sia una specialità della Valle dei Mocheni, che è una valle che dista a 27 km da Trento, nota soprattutto per una minoranza linguistica germanofona di origine medievale, appunto la lingua mochena.
Una treccia, quindi, realizzata con una pasta dolce lievitata e ripiena di crema pasticcera e composta di mirtilli: un dolce simbolo di questa zona, una sorta di strudel, dolce entrato a far parte della tradizione dolciaria trentina in seguito alla dominazione asburgica , il cui ripieno prevede i mirtilli, frutti raccolti in valle soprattutto nella zona di Sant'Orsola oltre a lamponi, fragole, more, ribes, ecc.
Un dolce davvero delizioso, genuino, senza troppi fronzoli ma di una bontà unica. Ideale per la colazione, per la merenda o quando volete!
La realizzazione non è per niente difficile, l'unica pecca sono forse i lunghi tempi di lievitazione...ma vi assicuro che ne vale la pena!
TRECCIA MOCHENA (specialità trentina)
Ricetta tratta e liberamente elaborata da qui
Per la sfoglia:
250 g di farina 00
30 g di zucchero
100 g di latte
8 g di lievito di birra fresco
30 g di burro di ottima qualità
1 uovo
Per la crema pasticcera:
3 tuorli
qualche goccia di aroma naturale di vaniglia oppure la polpa di una bacca
45 g di zucchero
20 g di maizena
160 g di latte intero
inoltre
200 g di confettura di Mirtilli neri di bosco Rigoni di Asiago
zucchero a velo q.b.
1 tuorlo + 2 cucchiai di zucchero
In una ciotola sciogliete il lievito con 50 g di latte. Unite 50 g di farina ed un cucchiaino di zucchero.
Mescolate bene fino ad ottenere un composto omogeneo e fate lievitare al coperto (per esempio nel forno spento) per circa 30 minuti.
Trascorso questo tempo, unite tutti gli ingredienti della sfoglia rimasti e lavorate fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.
Mettete l'impasto nuovamente a lievitare per altri 90 minuti.
Nel frattempo preparate la crema: scaldate il latte con la vaniglia e fatelo sobbollir.
Con le fruste montate tuorli e zucchero e unite la maizena.
Incorporate la crema di tuorli al latte e mescolate continuamente per non creare grumi, fate addensare parecchio e poi lacsiate raffreddare.
Trascorsi di 90 minuti di lievitazione, stendete l'impasto di uno spessore di mezzo centimetro con l'aiuto di un mattarello e formate un rettangolo regolare di ca. 30x45.
Praticamente delle incisioni leggere con il coltello fino a formare un altro rettangolo al centro e ai lati tagliate la pasta come una lisca di pesce.
Al centro versate la crema pasticcera ormai fredda e la confettura di mirtilli disponendo entrambe in maniera verticale come vedete nella foto.
Richiudete i lati intrecciando i lembi di pasta incisi.
Fate lievitare in forno per altri 60 minuti.
A questo punto, accendete il forno a 170° e fate cuocere per circa 25 minuti, poi aprite il forno spennellate la treccia con l'uovo sbattuto insieme allo zucchero e fate cuocere per altri 5 minuti.
Servite tiepida o fredda, è comunque meravigliosa e si mantiene morbida per qualche giorno.
Io vi aspetto!
Felice weekend,
Ale
Ale, grazie per aver pubblicato così presto la ricetta: il nome, per me completamente oscuro, mi faceva una gran curiosità. Le foto, invece, mi fanno una gran gola! I dolci come questo, lievitati e soffici, sono quelli che riescono a buttarmi giù dal letto al mattino...io che sono una pigrona cronica! Per ora "pinno" sperando di replicarla presto! Un grande abbraccio! :)
RispondiEliminaAle sai a Rovereto c'è un forno che la fa buonissima e ogni volta che vado dai miei me la fanno trovare per colazione.... La tua sembra uguale uguale!! Mi sa proprio che la provo questo weekend!! Poi ti faccio sapere! un bacio
RispondiEliminaL'aspetto è davvero invitante, sembra molto golosa. Io ho una predilezione per i lievitati dolci. Ho visitato trento due volte, entrambe da turista. Mi è sembrava proprio una bella città, pulita, ordinata e la gente è molto simpatica e gentile
RispondiEliminaAle non conoscevo questo dolce e non sono mai stata neache in Trentino! Dev'essere buonissimoooooo!!!!
RispondiEliminaUn bacione cara! Buon weekend!
Ale grazie per questa ricetta e per aver condiviso un pezzetto della tua vita!
RispondiEliminaLa proverò quanto prima,
Un abbraccio,
AngelaS
dopo questa meraviglia a quest'ora posso svenire... *.*
RispondiEliminabuonaaa!!!
un bacione cara buon fine settimana e buon 25 aprile
Come faccio ora a rimediare a questa voglio incredibile di dolce ?
RispondiEliminaChe bontà ^_^
Buonissima, in Finlandia anche la facciamo con un impasto simile...e ne ho sfornata una proprio un paio di settimane fa!
RispondiEliminaDa svenimento questa treccia!
RispondiEliminaBello leggerti...leggere un pezzetto della tua vita...
RispondiEliminaSai, questo dolce mi ha conquistata al primo sguardo..lo immagino caldo, profumato e fragrante, perfetto per iniziare bene la giornata :)
Un bacione !
Che buona Ale, 3 anni fa sono stata in Trentino e forse ci torneremo anche quest'anno. Ho visitato anche Trento, una bella città. Questa treccia mette un'acquolina non indifferente...proprio brava.
RispondiEliminamamma mia che delizia! bellissimo il racconto, emozionante e toccante :-) il trentino è magico!
RispondiEliminaMa che buona questa treccia! Non conoscevo questo dolce trentino, ma sarò mooolto felice di provarlo! :P
RispondiEliminaChe delizia, bravissima!
Io aggiungo anche le fettine di alcune mele golden ammorbidite in padella con uvetta....un mix strudel treccia.
RispondiEliminaCome si conserva,? La treccia mochena
RispondiElimina