Oggi si festeggia la giornata nazionale di Montalbano e il Calendario del Cibo Italiano vi presenta una serie di meravigliose ricette tratte dai libri di Camilleri.
Leggere le fantastiche storie del famigerato commissario Montalbano ti trasporta immediatamente in una Sicilia piena di profumi e sapori indimenticabili.
Quei profumi e quei sapori sono gli stessi di quelli che mi hanno accompagnato da bambina, di quando, ignara della fortuna che avevo, mangiavo pomodori genuini appena raccolti dall'orto, gustavo olio di oliva di ottima qualità, basilico freschissimo dall'aroma inebriante e tante altre bontà che custodisco ancora nel cuore.
Camilleri è un genio nel narrare le vicende di Salvo, il commissario più famoso d'Italia, e il cibo non è un contorno all'interno dei suoi libri.
Il cibo è elemento importante, è ricordo, è piacere puro e riesce a trasmetterlo in maniera eccellente.
Il protagonista ha un rapporto molto particolare col cibo, è qualcosa di intimo, una sorta di rito, ecco.
Ne "Il cane di terracotta", Montalbano mangia una pasta fredda al pomodoro fresco, basilico e passuluna (che in dialetto siciliano sta a significare olive nere appassite) e già in quelle poche parole si intuisce la bontà del piatto e la passione per il cibo da parte di Montalbano, che solitario e di poche parole, mangia solo in casa accompagnando il pranzo o la cena con un bel bicchiere di vino rosso.
Sembra che il personaggio goda a mangiare da solo, adora assaporare quel cibo in solitudine perché è talmente tanto il piacere a cui si abbandona che probabilmente merita di essere gustato in pace, senza parole o turbamenti.
E per alcuni versi, capisco Salvo Montalbano e il suo rapporto profondo e godereccio verso il cibo, anche se non lo condivido.
Intendiamoci, il mio rapporto col cibo è profondo e godereccio ma non in maniera "intima", per me il cibo è convivialità, famiglia, compagnia, amicizia.
Il cibo rappresenta soprattutto i rapporti umani per me, la gioia di un pranzo o una cena insieme a delle persone a cui vuoi bene e che stimi.
Nel cibo vedo bellezza, armonia, profumi, colori, vedo la vita e per me non è vita se si rimane ad un tavolo a mangiare un delizioso piatto di pasta da soli.
Oggi vi propongo la ricetta facilissima e buonissima della pasta fredda di Montalbano.
Un piatto che ha tutti i profumi dell'estate e del sud, il sud dove vivevo da bambina.
LA PASTA FREDDA AL POMODORO, BASILICO E OLIVE SECCHE DI MONTALBANO
Per 4 persone
320 g di pasta corta (io ho utilizzato i fusilli ricci)
500 g di pomodoro dalla polpa soda (io datterini)
1 mazzo di basilico fresco
200 g di olive nere secche
olio evo siciliano
qualche cappero (a piacere)
sale
Lavate e tagliate a tocchetti i pomodori, metteteli in una ciotola, mettete un po' di sale e del buon olio evo.
Lavate il basilico e spezzettate grossolanamente le foglie basilico unendole ai pomodori.
Sciacquate velocemente le olive per togliere l'eccesso di sale e tamponatele con un panno, eliminate il nocciolo e unitele ai pomodori insieme a qualche cappero.
Lessate la pasta in abbondante acqua leggermente salata.
Appena la pasta sarà al dente, scolatela e conditela coni pomodori, olive e basilico.
Mescolate bene, fate raffreddare.
Conservate in frigo e gustatela fredda.
Leggere le fantastiche storie del famigerato commissario Montalbano ti trasporta immediatamente in una Sicilia piena di profumi e sapori indimenticabili.
Quei profumi e quei sapori sono gli stessi di quelli che mi hanno accompagnato da bambina, di quando, ignara della fortuna che avevo, mangiavo pomodori genuini appena raccolti dall'orto, gustavo olio di oliva di ottima qualità, basilico freschissimo dall'aroma inebriante e tante altre bontà che custodisco ancora nel cuore.
Camilleri è un genio nel narrare le vicende di Salvo, il commissario più famoso d'Italia, e il cibo non è un contorno all'interno dei suoi libri.
Il cibo è elemento importante, è ricordo, è piacere puro e riesce a trasmetterlo in maniera eccellente.
Il protagonista ha un rapporto molto particolare col cibo, è qualcosa di intimo, una sorta di rito, ecco.
Ne "Il cane di terracotta", Montalbano mangia una pasta fredda al pomodoro fresco, basilico e passuluna (che in dialetto siciliano sta a significare olive nere appassite) e già in quelle poche parole si intuisce la bontà del piatto e la passione per il cibo da parte di Montalbano, che solitario e di poche parole, mangia solo in casa accompagnando il pranzo o la cena con un bel bicchiere di vino rosso.
Sembra che il personaggio goda a mangiare da solo, adora assaporare quel cibo in solitudine perché è talmente tanto il piacere a cui si abbandona che probabilmente merita di essere gustato in pace, senza parole o turbamenti.
E per alcuni versi, capisco Salvo Montalbano e il suo rapporto profondo e godereccio verso il cibo, anche se non lo condivido.
Intendiamoci, il mio rapporto col cibo è profondo e godereccio ma non in maniera "intima", per me il cibo è convivialità, famiglia, compagnia, amicizia.
Il cibo rappresenta soprattutto i rapporti umani per me, la gioia di un pranzo o una cena insieme a delle persone a cui vuoi bene e che stimi.
Nel cibo vedo bellezza, armonia, profumi, colori, vedo la vita e per me non è vita se si rimane ad un tavolo a mangiare un delizioso piatto di pasta da soli.
Oggi vi propongo la ricetta facilissima e buonissima della pasta fredda di Montalbano.
Un piatto che ha tutti i profumi dell'estate e del sud, il sud dove vivevo da bambina.
LA PASTA FREDDA AL POMODORO, BASILICO E OLIVE SECCHE DI MONTALBANO
Per 4 persone
320 g di pasta corta (io ho utilizzato i fusilli ricci)
500 g di pomodoro dalla polpa soda (io datterini)
1 mazzo di basilico fresco
200 g di olive nere secche
olio evo siciliano
qualche cappero (a piacere)
sale
Lavate e tagliate a tocchetti i pomodori, metteteli in una ciotola, mettete un po' di sale e del buon olio evo.
Lavate il basilico e spezzettate grossolanamente le foglie basilico unendole ai pomodori.
Sciacquate velocemente le olive per togliere l'eccesso di sale e tamponatele con un panno, eliminate il nocciolo e unitele ai pomodori insieme a qualche cappero.
Lessate la pasta in abbondante acqua leggermente salata.
Appena la pasta sarà al dente, scolatela e conditela coni pomodori, olive e basilico.
Mescolate bene, fate raffreddare.
Conservate in frigo e gustatela fredda.
Con questa ricetta partecipo al Calendario del Cibo Italiano
Buona giornata,
Ale
adoro tutto ciò che scrive Camilleri....sono palermitana...e quindi approvo e immagino il gusto di qualsiasi cosa mangi Montalbano. ottimo piatto e stupenda presentazione!!
RispondiEliminaMamma mia Alessandra ... che colori, che sapori!! Complimenti.
RispondiEliminaI piatti descritti da Camilleri sono spesso semplicissimi, come questa pasta. Semplici, ma mai scontati, mai banali, e tutti acquistano un senso nelle materie prime di ottima qualità che vanno utilizzate per realizzarli.
RispondiEliminaCome questa invitantissima pasta fredda, perfetta per un pranzo o una cena d'estate, un connubio di sapori felicissimo e inebriante!
Questa pasta fredda nella sua semplicità è un must se fatta (come appunto scrivi) con pomodori appena colti dall'orto e basilico fresco anch'esso appena colto...io ho avuto questa fortuna e la prossima volta aggiungerò le olive nere come suggerisce Montalbano :)
RispondiEliminaUn piatto che adoro, ricco di colore e sapore nella sua semplicità!
RispondiEliminaUn bacione amica
.. sai che di aggiungere le olive non ci avevo mai pensato?? semplice fresca, proprio come piace a me...la proverà quanto prima, un abbraccio e grazie per aver lavorato insieme.
RispondiEliminaFacile e buona, ed hai detto tutto. Un abbraccio cara.
RispondiEliminaNeanche a me piace mangiare in silenzio, soprattutto se un piatto mi piace.Questo è il solo aspetto di Montalbano che non capisco. Grazie Ale per averci fatto finlamente capire la differenza tra passuluna e passulina!
RispondiEliminaecco la famosa passaluna, olive essiccate, ennesima parola a me sconosciuta, leggendo Camilleri mi si è aperto un mondo! Bella ricetta, semplice e dai gusti mediterranei, proprio come piace a me! <3
RispondiEliminaUn piatto semplice in cui si condensano i sapori e i colori della Sicilia. Mi ci riconosco molto in questa ricetta perchè spesso uso nella pasta questi ingredienti. Sopratutto d'estate. Grazie per avercela raccontata e complimenti per la tua splendida interpretazione
RispondiEliminaMa che fotoooo! La mangerei anche ora. Vero che sono meglio le olive appassite,o "passuluni", piuttosto che l'uva passa , o "passolina", nella pasta"?
RispondiEliminaLeggo i tuoi ricordi, poi il commento di Katia e in mezzo quella foto... e come faccio a non avere fame? :)
RispondiEliminaun piatto semplice, ma molto buono...le foto sono bellissime complimenti!!
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